Osteopatia e sfera urogenitale maschile - D.O. Giuseppe Totaro
Osteopatia e sfera urogenitale maschile.
MA VEDIAMO ASSIEME CHE COS’E’ L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA
Questo tipo di patologia si colloca tra le più comuni malattie maschili correlate con l’invecchiamento. In Italia sono oltre 6 milioni (20 milioni in Europa)che soffrono di ipertrofia prostatica benigna. Si tratta di persone con più di 60 anni in un caso su due e di ultra 85enni nel 90 per cento dei casi. Studi dimostrano che attualmente il 40,5% di questi uomini soffre di sintomi che necessitano di cure del tratto urinario inferiore e il 26,9% ha un ingrossamento della prostata.(dati ISTAT 2005)
Si stima che nel 2025, nel mondo, un uomo su quattro avrà più di 65 anni e in Europa saranno 15 milioni gli uomini over 75. Attualmente le terapie di elezione per il trattamento della patologia prevedono un approccio di tipo farmacologico e/o chirurgico. Ci sono tuttavia studi che indicano che l’utilizzo di integratori alimentari e rimedi fitoterapici nonché trattamenti manipolativi ad azione neuroendocrina possono dare beneficio sintomatologico e curativo.
Osteopatia e sfera urogenitale maschile.
QUALI CARATTERISTICHE HA?
L’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) ha delle caratteristiche istopatologiche che la identificano come un incremento di cellule presenti nello stroma prostatico nella zona periuretrale: questo comporta un effettivo restringimento del lume uretrale prostatico e di un difficile svuotamento vescicale.
In specifico, il restringimento da iperplasia avviene in due zone:
- zona di transizione, ovvero la zona del collo vescicale, prima dello sfintere preprostatico (McNeal, 1978);
- zona periuretrale appena al di sotto della precedente.
In queste zone l’iperplasia si sviluppa in formazioni nodulari che si affacciano al lume uretrale un modo da ostruirne il percorso: questo garantisce che la correlazione tra aumento volume prostatico e lo sviluppo dell’ IPB non siano correlati.
FATTORE SCATENANTE
L’eziologia della patologia non è ben definita, sono state presentate molte ipotesi alcune delle quli suffragate proprio dalla terapia farmacologica adottata e nello specifico le principali:
- il fattore ormonale steroideo in relazione ai Fattori di Crescita cellulare potrebbe influenzare il turnover cellulare prostatico pendendo per la replicazione cellulare non bilanciata dalla apoptosi;
- il fattore neurologico dettato dalla numerosità di recettori alfa-adrenergici e muscarinici predispone ad una stimolazione replicativa e secretoria delle cellule prostatiche soprattutto presenti nel lobo medio prostatico;
- il fattore infiammatorio in correlazione alla proliferazione delle cellule T presenti localmente e responsabili della secrezione di fattori di crescita;
- altro.
QUALI SONO GLI EFFETTI?
La sintomatologia riscontrata in caso di IPB è esplicitata nei cosiddetti sintomi del tratto urinario inferiore o basso (LUTS : Low Urinary Tract Symptoms) generati da alterazioni neurologiche e fisiologiche della vescica.
Queste alterazioni si possono raggruppare in due grandi sottoinsiemi che descrivono alterazioni funzionali del detrusore:
- alterazioni funzionali del detrusore da cui ne deriva una instabilità o una compliance diminuita spesso associata a frequenza e l’urgenza minzionale;
- alterazioni funzionali del detrusore la cui contrattilità viene compromessa causando una diminuzione del flusso urinario in termini di quantità, forza e continuità con aumento del ristagno urinario post minzionale.
UN VALIDO AIUTO È IL TRATTAMENTO L’OSTEOPATICO
L’osteopatia è una medicina manuale basata sulle stesse conoscenze anatomiche, fisiologiche e patologiche della medicina tradizionale. Il suo scopo è ristabilire la funzionalità dei singoli distretti corporei affinché l’insieme (corpo umano) possa ritrovarsi in equilibrio e svolgere al meglio il suo ruolo di autoguaritore. Come interviene nei problemi di ordine urologico e urogenitale quali: ipertrofia prostatica benigna (Ipb), sindrome da dolore pelvico cronico (CPPS), problematiche del pavimento pelvico, aderenze cicatriziali, cistiti, incontinenza. Tramite dei test osteopatici specifici basati sull’esatta conoscenza anatomica e fisiologica, l’osteopata ricerca l’origine del sintomo trattandone la causa primaria, che sia essa di tipo muscolo-scheletrico, viscerale o cranio-sacrale.
Così, anche nei problemi urogenitali, valuterà un quadro più ampio (rapporti anatomici, vascolarizzazione, drenaggio, innervazione). Risalendo all’origine della catena disfunzionale che ha portato alla sofferenza di un organo e/o distretto, (che sia esso prostata, rene, vescica, utero, vagina o pavimento pelvico) tenterà di ristabilirne l’equilibrio riportandolo quindi alla sua fisiologia, libero di poter esprimere il suo potenziale al meglio. Studi scientifici hanno dimostrato che il trattamento osteopatico ha risultati statisticamente sensibili in problematiche quali: ipertrofia prostatica benigna (Ipb), sindrome da dolore pelvico cronico (CPPS), cistiti, dorsalgie, lombalgie e sacralgie di origine urogenitale. Dai cambiamenti positivi registrati sia nella qualità della vita del paziente che negli esami diagnostici, si evince che il trattamento osteopatico è un validissimo alleato anche nelle problematiche urogenitali, per questo una collaborazione tra urologi e osteopati è auspicabile.
L’osteopatia è una medicina manuale basata sulle stesse conoscenze anatomiche, fisiologiche e patologiche della medicina tradizionale. Il suo scopo è ristabilire la funzionalità dei singoli distretti corporei affinché l’insieme (corpo umano) possa ritrovarsi in equilibrio e svolgere al meglio il suo ruolo di autoguaritore. Come interviene nei problemi di ordine urologico e urogenitale quali: ipertrofia prostatica benigna (Ipb), sindrome da dolore pelvico cronico (CPPS), problematiche del pavimento pelvico, aderenze cicatriziali, cistiti, incontinenza. Tramite dei test osteopatici specifici basati sull’esatta conoscenza anatomica e fisiologica, l’osteopata ricerca l’origine del sintomo trattandone la causa primaria, che sia essa di tipo muscolo-scheletrico, viscerale o cranio-sacrale. Così, anche nei problemi urogenitali, valuterà un quadro più ampio (rapporti anatomici, vascolarizzazione, drenaggio, innervazione).
Vorrei sottoporvi un articolo dove parla di una caratteristica (i sintomi post-infezione) che accomuna anche altre forme virali. Craig Spencer, direttore del Global Health in Emergency Medicine presso il New York-Presbyterian / Columbia University Medical Center, a settembre ha raccontato di avere avuto problemi simili dopo essersi ammalato di Ebola (riporto testuali parole): “Nel 2014 mi sono ammalato di Ebola in Guinea. Ho trascorso 19 giorni in ospedale e alla fine sono sopravvissuto, ma per mesi ho avuto dolori articolari e muscolari. Camminare mi faceva male. I capelli sono caduti a mazzi. Poi qualcosa è migliorato, ma non tutto. A quasi sei anni dalla ‘guarigione’, continuo ad avere difficoltà a concentrarmi. La mia capacità di ricordare è drasticamente ridotta. Dimentico nomi e dettagli di persone che conoscevo molto, molto bene”.
Risalendo all’origine della catena disfunzionale che ha portato alla sofferenza di un organo e/o distretto, (che sia esso prostata, rene, vescica, utero, vagina o pavimento pelvico) tenterà di ristabilirne l’equilibrio riportandolo quindi alla sua fisiologia, libero di poter esprimere il suo potenziale al meglio. Studi scientifici hanno dimostrato che il trattamento osteopatico ha risultati statisticamente sensibili in problematiche quali: ipertrofia prostatica benigna (Ipb), sindrome da dolore pelvico cronico (CPPS), cistiti, dorsalgie, lombalgie e sacralgie di origine urogenitale. Dai cambiamenti positivi registrati sia nella qualità della vita del paziente che negli esami diagnostici, si evince che il trattamento osteopatico è un validissimo alleato anche nelle problematiche urogenitali, per questo una collaborazione tra urologi e osteopati è auspicabile.