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IPERTENSIONE E OSTEOPATIA

FACCIAMO UN PO DI CHIAREZZA

Che cosa è la pressione minima?

Per capire che cosa è la pressione minima bisogna capire, per prima cosa, che cosa è la pressione arteriosa e come varia col battito cardiaco. La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita contro le pareti dell’arteria, come un liquido in una pentola a pressione. Questa forza tuttavia non rimane sempre uguale ma varia con il variare del battito cardiaco.
Quando il cuore batte (fase di sistole) la pressione aumenta moltissimo poiché il cuore, per far circolare il sangue, deve spingerlo con forza nelle arterie: in questo momento il sangue si trova nello stato di pressione massima. Una volta data la spinta, il cuore deve ricaricarsi con altro sangue e quindi, durante la fase di ricarica (fase di diastole), per un breve istante non batte. In questa fase la pressione all’interno delle arterie si abbassa perché il sangue, in questo momento, non riceve alcuna spinta.

Il valore della pressione arteriosa in questo momento quindi raggiunge il valore minimo: questo valore viene quindi definito valore di pressione minima o valore di pressione diastolca. In altri termini la pressione arteriosa minima è la pressione che si rileva all’interno delle arterie fra un battito e l’altro, cioè quando il sangue è, per un istante, quasi fermo. Questo valore normalmente è compreso fra 60 – 80 mmHg con variazioni individuali. Quando supera i 90 mmHg in maniera costante, allora si profila una situazione potenzialmente rischiosa per la parete arteriosa. Le arterie infatti sono manicotti molto robusti progettati per resistere alle alte pressioni.

Tuttavia se la pressione minima mantiene un valore eccessivo in maniera costante, col passare del tempo le arterie, per reazione, si induriscono e perdono elasticità finendo quindi per indebolirsi. La pressione minima alta normalmente è associata alla pressione massima alta poiché tutto l’albero vascolare è soggetto a ipertensione e quindi la pressione del sangue all’interno risulta elevata sia nel valore minimo che nel valore massimo.

Tuttavia in alcuni casi la pressione minima alta si manifesta in maniera isolata, cioè senza che il valore della pressione massima sia alterato, come del resto talvolta accade il contrario. In ogni caso, in presenza di alterazioni costanti della pressione minima, è necessario capire quale sia l’origine di tale situazione e intervenire di conseguenza.

Cause della pressione minima alta

Le cause specifiche scatenanti un aumento isolato della pressione minima sono sconosciute. In circa il 90% dei casi la pressione minima si manifesta in maniera isolata su individui sostanzialmente sani. In questo caso si parla di ipertensione primaria o ipertensione idiopatica. Nel 10% dei casi invece la pressione minima alta si riscontra associata ad altre patologie o a particolari abitudini comportamentali per cui si tende a considerare tali condizioni le cause originarie della pressione minima alta. Alcune patologie associate a pressione minima alta sono elencate a seguire
  • Malformazioni cardiache congenite;
  • Malattie renali o occlusione di un’arteria renale;
  • Disfunzioni della tiroide;
  • Diabete;
  • Malattia di Cushing;
  • Tumori delle ghiandole surrenali;
  • Malattie autoimmuni (LES);
  • Sovrappeso o obesità;
  • Ipercolesterolemia;
  • Disturbi d’ansia;
Tra le abitudini comportamentali associate a pressione minima alta ritroviamo:
  • Stress
  • Dieta scorretta: grassi, sale, ecc.
  • Sedentarietà
  • Alcool e tabacco
  • Bevande contenenti caffeina (tè, caffè, ecc.)
  • Farmaci: pillola anticoncezionale, farmaci cortisonici, FANS, ecc.
  • Abuso di sostanze psicotrope (cocaina, droghe sintetiche)
Sintomi della pressione minima alta
La pressione minima alta è completamente asintomatica. Il valore di minima emerge spesso da accertamenti casuali effettuati in seguito a manifestazioni sintomatiche acute o in seguito a controlli di routine. Fra le manifestazioni sintomatiche acute che spesso inducono il Medico ad effettuare approfondimenti ricordiamo:
  • Mal di testa e cefalea, soprattutto se improvviso e intenso
  • Sensazione pesantezza del capo
  • Acufeni
  • Vertigini
  • Sudorazione fredda
  • Emorragia nasale
  • Dispnea
  • Ansia e attacchi di panico
  • Nausea e vomito
  • Problemi di vista: offuscamento della vista, fosfeni, ecc.
È proprio in queste occasioni che talvolta emerge dagli esami un valore di pressione minima alta.

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Ipertensione e osteopatia

Quando ciò accade il Medico tende a controllare detto valore nel corso del tempo per verificarne l’andamento.
Se il valore di minima alta tende a persistere nel tempo, allora il Medico cercherà di controllare e ridurre detto parametro dal momento che una situazione di pressione minima alta persistente può dare origine a complicanze e danni ai tessuti.

Complicanze della pressione minima alta

La pressione minima alta costituisce una particolare condizione per cui la pressione del sangue all’interno delle arterie non scende mai sotto un certo livello.
In altri termini la pressione all’interno delle arterie è sempre troppo alta, e questo anche quando il cuore, tra un battito e l’altro, è per così dire a riposo o meglio in diastole. In queste condizioni le pareti delle arterie sono sempre sotto tensione ma, non essendo progettate per resistere a tale tensione in maniera costante, senza mai riposo, allora tendono a irrigidirsi e a perdere elasticità.
La perdita di elasticità della parete arteriosa costituisce un problema poiché una struttura rigida è solo apparentemente più resistente: in realtà è più fragile.
È come se le arterie, da tubi di gomma, si trasformassero in tubi di vetro: il vetro è certamente più duro ma anche più fragile.

Il processo di indurimento e di ispessimento delle arterie è detto aterosclerosi.

L’aterosclerosi coinvolge le arterie di medio e grosso calibro ed è caratterizzata dalla formazione di ateromi sulla partere interna. Gli ateromi sono formazioni lipidiche e proteiche ricche di colesterolo che possono trasformarsi in elementi ostruttivi in grado di rallentare la circolazione del sangue.

Rimedi tradizionali per la pressione minima alta

La terapia tradizionale è complessivamente orientata ad abbassare la pressione sanguigna.
A tale scopo le principali linee di intervento sono costituite da:
  • Dieta ipocalorica
  • Esercizio fisico
  • Terapia farmacologica
Tuttavia la difficoltà è spesso quella di intervenire selettivamente sul singolo valore di pressione minima. La terapia per la pressione alta tende infatti ad abbassare il valore complessivo della pressione sanguigna, sia massima che minima ma difficilmente riesce a puntare su uno dei due valori in maniera selettiva. Il valore di pressione minima alta, in particolare, costituisce un problema piuttosto ostico anche perché, da un punto di vista eziologico, nella stragrande maggioranza dei casi non se ne conosce la causa.

Trattamento osteopatico della pressione minima alta

Il trattamento osteopatico si è dimostrato straordinariamente efficace nel controllo della pressione minima alta. Attraverso il metodo osteopatico si agisce in maniera globale andando a normalizzare le strutture profonde dell’organismo, come il sistema duramerico e più in generale il sistema fasciale a cui le funzioni neurovegetative sembrano essere strettamente collegate.

In altri termini con l’Osteopatia non si lavora in maniera settoriale.

Non esiste una manovra specifica per normalizzare la pressione minima ma più in generale si va a riequilibrare l’organismo nella sua complessità. In questo modo, automaticamente, le funzioni neurovegetative, come per esempio anche i valori di pressione sanguigna, tendono a rientrare nel range della normalità. Naturalmente questo non sminuisce l’importanza e l’utilità di altri accorgomenti terapeutici ma il controllo di un parametro specifico come il valore della pressione minima difficilmente può essere ottenuto agendo in maniera diretta su qualche particolare organo o su qualche particolare funzione.
Ricordiamo infatti che i meccanismi interni che regolano l’equilibrio delle funzioni neurovegetative sono ad oggi in buona parte sconosciuti per cui è molto difficile intervenire in maniera diretta su di essi. In altri termini non si conosce l’esatto meccanismo per cui il valore della pressione minima si alzi in maniera anomala.
Si osserva però che esso rientra nel range della normalità nel momento in cui l’organismo riesce a ritrovare il proprio equilibrio interno sotto il profilo dinamico e funzionale.

L’Osteopatia punta essenzialmente a questo.

A tale scopo l’Osteopata procede con un’indagine globale orientata soprattutto al sistema cranio sacrale e al sistema fasciale.

Adattamenti osteopatici di tipo cranio sacrale

Da un punto di vista osteopatico il sistema cranio sacrale è sempre coinvolto in caso di pressione minima alta. Si osservano soprattutto limitazioni nell’ampiezza dell’espansione cranica oltre ad alterazioni dei normali valori di frequenza. Per quanto riguarda gli adattamenti dinamici specifici della base del cranio non si riscontrano disfunzioni particolari più ricorrenti di altre. Si osserva piuttosto un adattamento globale di tipo compressivo, vale a dire una perdita di vitalità generale della motilità della base, e una perdita di plasticità della volta cranica, come se il cranio fosse meno elastico, più indurito. Solitamente le disfunzioni craniali di questo tipo sono associate a turbe delle funzioni neurovegetative. In particolare le tensioni della base del cranio si riflettono sulla sella turcica dello sfenoide, dove alloggia l’ipofisi. L’ipofisi, in particolare la neuroipofisi, è coinvolta in maniera diretta nella regolazione della pressione sanguigna attraverso la secrezione dell’ormone anti diuretico (ADH). Le alterazioni dinamiche della base del cranio possono riflettersi sulla funzione dell’ipofisi in maniera sottile ma costante andando potenzialmente a comprometterne la funzione secretoria. È un fatto che il riequilibrio della base del cranio è sempre accompagnato da un riequilibrio delle funzioni neurovegetative a vari livelli.
La pressione sanguigna, quando eccessiva, va sempre incontro a sensibili riduzioni. Certamente la pressione arteriosa risente anche di molti altri fattori, primo fra i quali il fattore somato emozionale, ma questo vale soprattutto la pressione massima. La pressione minima, al contrario, non sembra essere essere influenzata da fattori esterni o da fattori patologici specifici.
La compressione della base del cranio al contrario sembra avere una certa influenza sulla pressione minima alta dal momento che molto frequentemente si assiste a riduzioni di tale valore in seguito al trattamento osteopatico del cranio. Per maggiori informazioni puoi consultare la pagina sul sistema cranio sacrale.

Adattamenti osteopatici di tipo fasciale

Per fascia si intende in questa sede non solo la fascia muscolare ma, più in generale, il tessuto connettivo. Questo tessuto costituisce un’unica matrice che a partire dallo scheletro giunge fino all’epidermide avvolgendo tutti gli organi interni e i muscoli. La fascia non ha solo una funzione di sostegno ma ha anche importanti funzioni comunicative fra le varie parti del corpo. Le informazioni di natura meccanica ed elettromagnetica sono veicolate dalla fascia in maniera estremamente rapida. Questo importante relais comunicativo, unito alla rete neuronale e al sistema ormonale, rende l’organismo un sistema integrato in cui ogni parte dialoga in tempo reale con tutte le altre. La perturbazione del sistema fasciale crea un grosso problema informativo all’interno dell’organismo. Il risultato è una generale perdita di funzione che può esprimersi in maniera differente a seconda delle situazioni specifiche.

La pressione minima alta molto spesso è il risultato di uno squilibrio di questo tipo.

Per esempio il tasso ematico dell’aldosterone, un ormone che sovraintende la regolazione della pressione sanguigna, dipende in larga misura dalla concentrazione di potassio nel liquido extracellulare. Un’alterazione del connettivo e della fascia pertanto, alterando la composizione della matrice extracellulare, può andare a influire in maniera diretta sulla secrezione di questo ormone.
Ancora, sotto il profilo biomeccanico, bisogna considerare le alterazioni funzionali del microcircolo. Il microcircolo è costituito da una fitta rete di capillari in buona parte non visibili a occhio nudo, in cui circolano il sangue e la linfa. Detti capillari transitano nel tessuto connettivo fasciale per cui le restrizioni della fascia comportano rallentamenti emodinamici importanti. L’aumento delle resistenze periferiche può provocare un aumento dei valori pressori arteriosi,compreso il valore di pressione minima. Esistono poi altri meccanismi capaci di influenzare la pressione minima a partire da un’alterazione dinamica del sistema fasciale. Pertanti il valore della pressione minima alta può essere influenzato dalle disfunzioni osteopatiche del sistema fasciale in maniera piuttosto diretta. L’Osteopatia tratta con successo le disfunzioni della fascia con tecniche leggere, indolori e straordinariamente efficaci.

Ipertensione e osteopatia

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