IL RACHIDE CERVICALE CENNI DI ANATOMIA
IL RACHIDE CERVICALE
Il tratto cervicale è la parte più mobile della colonna vertebrale ed anche la più delicata.
Oltre a sostenere, stabilizzare e rendere mobile il cranio, protegge le strutture che passano attraverso di esso, come il midollo spinale, le radici nervose e l’arteria vertebrale.
Basti pensare che serie lesioni di questo tratto comportano tetraplegia (paralisi dei quattro arti) e, se la lesione avviene a livello di C1-C2, la morte dell’individuo.
La colonna cervicale presenta una curvatura di circa 36° a convessità anteriore – detta lordosi – che varia in relazione alle modificazioni delle altre curve rachidee ed in genere si fa più marcata nelle persone anziane.
Il rachide cervicale è costituito da sette vertebre, distinguibili – sulla base di alcune peculiarità anatomiche – in una regione superiore (C1-C2) ed in una inferiore (C3-C7); per questo motivo il primo tratto della colonna vertebrale viene didatticamente suddiviso in rachide cervicale superiore e rachide cervicale inferiore.

Rachide cervicale superiore: atlante ed epistrofeo
Le prime due vertebre cervicali, l’atlante e l’epistrofeo, sono molto diverse dalle altre vertebre della colonna. L’atlante è un anello osseo consistente di un arco anteriore, di un arco posteriore e di due masse laterali (è privo di corpo vertebrale e di processo spinoso). Ciascuno di questi due massicci ossei presenta una faccetta articolare superiore ed una inferiore, che si articolano rispettivamente con i condili occipitali e con l’epistrofeo. Quest’ultimo è costituito da un corpo vertebrale e da un processo spinoso bifido come le vertebre sottostanti, dalle quali si differenza per la grossa apofisi ossea che si diparte dalla parte anteriore del suo corpo vertebrale (odontoide, processo odontoideo o dente dell’epistrofeo); questo segmento osseo, che altro non è che il residuo del corpo dell’atlante, si articola con l’arco anteriore dell’atlante stesso, costituendo l’asse attorno al quale C1 può girare nei movimenti di rotazione della testa.

Tra C1 e C2 non è interposto il disco intervertebrale e l’eccessivo movimento è limitato dai legamenti e dalla capsula articolare.
La mobilità della colonna cervicale superiore è fondamentale per mantenere il corretto allineamento degli organi di senso situati nella testa.
L’ articolazione atlanto occipitale consente moderati movimenti di flessione laterale, 10 gradi di flessione e 25 di estensione; pochi gradi nelle stesse direzioni sono consentiti anche dai rapporti articolari tra C1 e C2. D’altra parte, però, atlante ed epistrofeo forniscono il principale apporto alla rotazione della colonna cervicale, che sostengono per 45° in entrambe le direzioni.
Rachide cervicale inferiore
Il rachide cervicale inferiore è costituito dalle rimanenti 5 vertebre (C3-C7), che presentano un maggior grado di similitudine per forma e funzioni. Le peculiarità anatomiche che le caratterizzano:
- corpo vertebrale di dimensioni ridotte rispetto alle vertebre sottostanti;
- processi spinosi bifidi (biforcuti) da C3 a C6;
- presenza in C7 (vertebra prominente) di un processo spinoso particolarmente lungo, facilmente palpabile all’esame clinico in molti.

presenza di apofisi unciniformi, site nella parte laterale superiore ed inferiore dei corpi vertebrali, che si articolano tra loro a formare le articolazioni unco-vertebrali (o di Luschka) mediante due faccette cartilaginee. Rispetto al tratto cervicale superiore, questa regione della colonna è specializzata non più nella rotazione, ma nella flessione anteriore, posteriore (estensione) e laterale. Quest’ultima è affidata soprattutto al tratto superiore (C3-C4 e C4-C5), mentre la flessione – pari a circa 10 gradi per segmento – è massima a livello di C4-C5 e C5-C6.

Tra i muscoli sottoioidei troviamo:
- il muscolo sternoioideo che con la sua azione abbassa l’osso ioide;
- il muscolo omoioideo che svolge sempre la funzione di abbassare l’osso ioide;
- il muscolo sternotiroideo che abbassa la cartilagine tiroidea e quindi tutta la laringe;
- il muscolo tiroioideo che innalza la laringe o abbassa l’osso
Infine esiste il gruppo dei muscoli laterali, che sono disposti su tre strati. Il più superficiale prende il nome di platisma e con la sua azione abbassa la mandibola e contrae la cute della guancia. Può quindi essere considerato un muscolo mimico. Il muscolo in posizione intermedia si chiama sternocleidomastoideo, ha dimensioni importanti e svolge il compito di flettere ed inclinare la testa. I muscoli più profondi si chiamano muscoli scaleni (anteriore, medio e posteriore), hanno inserzioni differenti ma contraendosi insieme svolgono la funzione di inclinare la colonna cervicale o di innalzare il torace, funzionando quindi come muscoli respiratori accessori.
Lo scaleno anteriore e lo scaleno medio formano uno spazio all’interno del quale passano l’arteria succlavia, la vena succlavia e il plesso brachiale.
Muscoli del collo
Questi si dividono in classi. Si trovano i muscoli posteriori che sono presenti in uno strato profondo ed uno superficiale, di cui i primi sono i muscoli intrinseci del rachide mentre quelli superficiali appartengono ai muscoli del torace. I muscoli anteriori del collo invece si suddividono in muscoli sopraioidei, muscoli sottoioidei e muscoli laterali.
Tra i muscoli sopraioidei troviamo:
- il muscolo digastrico che è fondamentale per innalzare l’osso ioide, abbassare la mandibola ed estendere la testa;
- il muscolo stiloioideo che è fondamentale anche esso per innalzare l’osso ioide;
- i muscoli miloioidei che sono grosse lamine che prendono parte alla composizione del pavimento orale, innalzano e portano in avanti l’osso ioide, collaborano al processo di deglutizione sollevando la lingua;
- il muscolo genioioideo che innalza e porta avanti l’osso ioide, abbassa la mandibola.

Bibliografia
Bergamini B. Bergamasco R. Mutani Manuale di Neurologia clinica – Edizioni Libreria Cortina, Torino.