CEFALEA CERVICOGENICA: IMPARIAMO A RICONOSCERLA
La Cefalea Cervicongenita è tra le prime dieci cause al mondo di disabilità.
In letteratura si calcola che circa il 10% dei mal di testa sia di origine cervicale, che derivi cioè da disfunzioni del rachide cervicale alto (zona del collo compresa tra occipite e terza vertebra cervicale) regione che proietta sintomi in area cranica, attraverso diversi meccanismi neurofisiologici. Il rapporto femmine maschi per la cefalea cervicogenica è di 4:1 ed il 50% dei mal di testa, conseguenti a colpo di frusta o a trauma cranio-cervicale, è di origine cervicale.
Purtroppo poco è stato tentato, in Italia, per sensibilizzare la popolazione su questa forma particolare di cefalea; la diretta conseguenza è un abuso ingiustificato di analgesici da parte dei pazienti, diagnosi errate di disturbi di natura psicosomatica e la cronicizzazione della sintomatologia, che invece potrebbe essere risolta celermente dal Fisioterapista, attraverso una combinazione di mobilizzazione cervicale, esercizio terapeutico e manipolazioni.
Ma allora come riconoscere un mal di testa di origine cervicale?
Caratteristiche necessarie:
- Il dolore ha una distribuzione unilaterale (colpisce sempre lo stesso lato della testa) e spesso segue i dermatomeri C2 e C3 (più o meno come in foto).
- Il dolore è pulsante (più rara la sensazione di pesantezza) e non costante nel corso della giornata, cambia al variare della posizione del capo e si esaspera con posture mantenute del collo; si placa invece parzialmente in altre posizioni (disturbo di origine meccanica). Il comportamento del sintomo in rapporto al movimento fornirà informazioni aggiuntive, sulle manovre valutative e di trattamento da adottare e da evitare.
Caratteristiche e disfunzioni accessorie:
- Uno o più movimenti del capo sono limitati ed in particolar modo la rotazione; più del 50% della rotazione del capo avviene infatti tra occipite e C3, 40-45 gradi.
- La muscolatura suboccipitale è contratta e dolente alla palpazione.
- Possono associarsi vertigini e fotofobia (incrementato fastidio con la luce).
Oltre a questo breve vademecum, è imprescindibile un colloquio clinico approfondito, per escludere altre forme di cefalea.